domenica 17 maggio 2009

Lo strano caso di Alexander De Large....

Salve ragazzi ed eccoci qui a discutere e parlare di un nuovo tema pubblicato su questo blog...e riflettere sullo "strano " a dir poco, caso di Alexander De Large...sapete bene la storia del protagonista del film, tradito dai suoi compagni e fatto prigioniero, condannato ad una pena di 30 anni ma, una volta recluso in prigionia, Lì viene a conoscenza dell'iniziativa del nuovo Governo in carica, che promette la scarcerazione immediata, a patto che ci si sottoponga ad un innovativo programma di "rieducazione", il Programma Ludovico. Senza fare troppe domande, accetta tutte le condizioni e viene trasferito in un luogo popolato di medici in cui viene costretto a vedere scene di violenza su uno schermo, mentre gli effetti di una sostanza iniettata poco prima cominciano a fargli provare un dolore fortissimo ed una sensazione di «morte da soffocamento», come puntualizza il conduttore dell'esperimento ( e come si vede nel video pubblicato). Ed eccoci nello strano caso di Alexander che, una volta condizionato è semplicemente un "burattino" nelle mani di una società che non lo apprezza per quello che è veramente, ma bensì per quello che è stato fatto diventare solo "meccanicamente". Il ragazzo già si vede nel primo ciclo di cure (video )come comincia a sentirsi poco bene (voce narrante....del film)...lo strano caso sta nel fatto come un mestro coeme Kubrick ci va credere che possa esser vero tutto ciò, questa cura grottesca e inverosimile, a tratti veramente bizzara ma esremamente funzionale che arriva a far provocare nausea e senso di morte al solo pensiero di torture, sesso e addirittura passioni musicali del ragazzo (nona sinfonia di Beethoven)...la mia domanda è potrebbe esistere, una cura del genere anche nella realtà? si può veramente condizionare la natura di un essere umano facendogli vedere, tramite costrizione psicofisica, un ciclo di film con violenze sessuali, torture facendo si che un uomo possa esser condizionato?? a voi la scelta nel sondaggio chiamato appunto lo strano caso di Alexander de Large.

La cura di Alexander De Large....

lunedì 4 maggio 2009

il grande dilemma dell' Arancia meccanica....

Ciao a tutti raga, ed eccomi qui nel mio blog per me è un enorme piacere parlare e postare argomenti di vario genere e discuterne con voi. Fatta questa doverosa premessa entriamo nel primo tema principale che è un pò il fulcro del mio blog cioè il mondo del cinema. Come primo intervento voglio parlarvi e porvi un dilemma per quanto riguarda una pelliccola che ha fatto la storia del cinema mondiale. Il film in questione è il celebre "Arancia meccanica" di Kubrick del 1971. I più appassionati del genere avranno visto il film di conseguenza sanno già di come si sviluppa, cosa tratta e come si articola, chi non lo ha visto vi invito perlomeno a leggervi la trama ufficiale su WIKIPEDIA anche se in maniera più seplice e breve possibile cercherò di riassumerla io stesso. PS: ( è importante saper per sommi capi la trama per poi arrivare alla mia domanda del blog, insomma al nocciolo della questione).

ARANCIA MECCANICA

Il protagonista, Alex, è il capo dei Drughi, una banda di teppisti che trascorre le notti a rapinare e torturare persone nelle loro case, a pestare barboni e a scatenare feroci lotte con bande rivali. Alex vive con i genitori, ed è seguito da un Ispettore Giudiziario Minorile che controlla disperatamente le sue mosse. Due sono le cose che adora: l'«esercizio dell'amata ultraviolenza» e Beethoven, che chiama affettuosamente «il Ludovico Van».

Alex ed i suoi drughi amano ritirarsi di tanto in tanto al Korova Milk Bar, dove viene servito il "Latte Più", cioè latte rafforzato con droghe come la mescalina; il quale accentua la loro voglia di violenza e barbarie. I modi di fare di Alex sono crudi ed egoisti, talmente egoisti che i suoi compagni iniziano a sentirsi troppo comandati a bacchetta e si domandano cosa veramente rimanga loro in mano dopo le loro scorribande.

Una sera Alex organizza una rapina con i suoi Drughi nella casa di un'eccentrica collezionista d'arte (ufficialmente direttrice di un "centro dimagrante", più plausibilmente maitresse di una casa d'appuntamenti). Alex si presenta alla porta di ingresso chiedendo di poter entrare per usare il telefono, dato che un suo amico è stato vittima di un incidente stradale (trucco utilizzato anche in una precedente scorribanda). Questa scusa non convince l'eccentrica, la quale non gli apre la porta ed avverte la polizia. Il giovane Alex si fa strada entrando attraverso una finestra aperta al primo piano, fino a sorprendere la vecchia. Inizia una buffa scena di lotta tra i due, ma la donna si difende, ed Alex la uccide. Alex tenta la fuga. I suoi drughi sono fuori ad aspettarlo, ma uno di loro lo ferisce al volto spaccandogli una bottiglia di latte in faccia, facendolo cadere a terra e accecandolo temporaneamente. La polizia arriva e lo arresta con l'accusa di omicidio.

Portato in carcere, Alex si sente come una preda tra predatori, tra uomini più violenti di lui, ecco che cerca di rigare dritto accaparrandosi le simpatie del prete della prigione, imparando a memoria versi della Bibbia. Lì viene a conoscenza dell'iniziativa del nuovo Governo in carica, che promette la scarcerazione immediata, a patto che ci si sottoponga ad un innovativo programma di "rieducazione", il Programma Ludovico. Senza fare troppe domande, accetta tutte le condizioni e viene trasferito in un luogo popolato di medici in cui viene costretto a vedere scene di violenza su uno schermo, mentre gli effetti di una sostanza iniettata poco prima cominciano a fargli provare un dolore fortissimo ed una sensazione di «morte da soffocamento», come puntualizza il conduttore dell'esperimento. In questo modo, nel giro di due settimane viene completamente condizionato a provare quella stessa sensazione di soffocamento e dolore di fronte a qualsiasi stimolo evocato nei film che aveva visto: violenza, sesso e la Nona Sinfonia di Beethoven che faceva casualmente da sottofondo in un documentario nazista.

Alex viene liberato ed il Governo esalta il Programma Ludovico, salutandolo come soluzione ai problemi della criminalità violenta e del conseguente affollamento delle prigioni. Ma Alex non ha cambiato la sua natura: è semplicemente condizionato, prova nausea e dolore quando tenta anche solo di reagire ad una violenza, e si ritrova in una società estranea: i genitori hanno affittato la sua stanza, i suoi vecchi compagni sono diventati poliziotti («per dei vecchi Drughi come noi, il lavoro più adatto è questo»), e le sue vittime si vendicano. Al centro ormai di un caso politico, e trasformato nella vittima perfetta, incapace di esercitare il libero arbitrio, lo sfortunato Alex, dopo essere stato torturato dai suoi vecchi "drughi", bussa alla porta dello scrittore torturato da lui stesso anni prima. Egli, avendo capito chi si era presentato alla sua porta, chiama dei cospiratori politici che pongono al giovane ex capo drugo delle domande per far cadere il governo attuale (a riguardo della Cura Ludovico) e, dopo aver avuto le risposte desiderate, lo inducono al suicidio attraverso la tanto amata Nona Sinfonia di Beethoven. Si salverà solo per miracolo per il Governo sarà uno smacco inevitabile....(mah...dopo....succede l 'inimmag.)

Ecco ragazzi detto questo capite bene che con questa "cura" come minimo inverosimile e grottesca fa diventare Alex "buono" ma NON per scelta sua autonoma, ma perchè egli è semplicemente condizionato, indotto a far "meccanicamente" ciò che è bene fare. e quindi il mio dilemma è questo e aspetto commenti per parlarne insieme: Vi trova d'accordo tutto ciò? cioè è stata fatta la cosa giusta pur di far smettere ad Alex le torture che faceva in passato? oppure è tutto figlio di una maledetta manipolazione che fa si che una persona non abbia il libero arbitrio e che quindi non abbia scelta....diventa una macchina, ...una vera e propria arancia meccanica...

Il maestro Kubrick ci dà un aiuto nella risposta dicendo:

"L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica..."